giovedì 28 febbraio 2013

Programmi di Scatto

PROGRAMMI DI SCATTO

Sulla nostra Reflex possiamo lavorare in diversi modi, completamente in AUTOMATICO, completamente in MANUALE, oppure sfruttando la ghiera , e selezionando una delle lettere A-S-P-M oppure Av-Tv-P-M. Sfruttando appunto la ghiera, possiamo controllare soltanto quei parametri che ci interessano, lasciando poi alla macchina le altre scelte. In alcune situazioni, infatti, l'uso di una di queste modalità, ci permette di essere più rapidi negli scatti, come ad esempio quando ci si trova a dover fare fotografie di diversa tipologia nello stesso momento.
Vediamo adesso il significato delle quattro lettere:







A Av: priorità di diaframma in questa modalità, la macchina ci lascia scegliere il diaframma, cioè, noi  scegliamo la luminosità e quindi la profondità di campo che vogliamo nella foto e la macchina di conseguenza si regola i tempi di scatto e gli ISO.





Potendo controllare l'apertura del diaframma e quindi la profondità di campo, questa modalità risulta essere la scelta più comoda per effettuare scatti di paesaggi o ritratti.

S o Tv: priorità di tempi in questa modalità invece, siamo noi a scegliere i tempi di scatto, lasciando alla macchina la scelta del diaframma. Questa modalità può rivelarsi vincente sul movimento dei soggetti fotografati (tempi brevi per evitare "il mosso" sui soggetti in movimento e tempi più lunghi se al contrario vogliamo evidenziare il movimento "panning")

P: programmata in questa modalità, la macchina decide i tempi e il diaframma  più adeguati per una determinata scena, lasciando a noi la possibilità di sovra o sotto-esporre e di cambiare la coppia tempo/diaframma impostata se vogliamo personalizzare lo scatto.

M: manuale, qua dobbiamo scegliere tutto noi, nulla di complicato ma dovremo per ogni scatto andare a vedere che le scelte siano corrette e che il risultato ci soddisfi. La fotocamera comunque, ci da indicazione di quanto siamo lontani o vicini dal valore che lei ritiene più giusto tramite un indicatore a scala che normalmente presenta un "+" a sinistra, uno "0" al centro e un "-" a destra. La modalità manuale, ci consente di effettuare scatti molto sovra o sotto-esposti, mentre la compensazione dell'esposizione con altri programmi è spesso limitata a +2 e -2. Inoltre, in questa modalità, abbiamo la possibilità di effettuare misurazioni con diverse inquadrature e ricomporre l'immagine senza perdere mai le impostazioni inserite.


Oltre a questi programmi di scatto, nelle Reflex si trovano anche altri programmi di scatto che offrono dei dati già impostati dal produttore in base all'uso specifico che deve svolgere. Possiamo trovare Ritratto; Paesaggio; Notte; Bambino etc. Questi hanno soltanto lo scopo di semplificare lo scatto al fotografo, ma non aggiungono nulla ai quattro programmi di cui abbiamo appena parlato. 

mercoledì 27 febbraio 2013

Scelta dell'Obiettivo


L'OBIETTIVO GIUSTO PER NOI

Una volta acquistata la nostra Reflex...dopo sicuramente aver passato un tempo "forse" indecifrabile nel capire quale marca o quale modello fa al caso nostro, nasce subito un ulteriore dilemma...con quale Obiettivo? Prendo in considerazione le Reflex APS-C, essendo le più diffuse in commercio. Di certo possiamo trovare varie offerte, ma è sempre fondamentale capire se fanno al caso nostro! Spesso, ad esempio, l'obiettivo più comune che troviamo insieme al nostro nuovo acquisto è il classico 18/55, a volte stabilizzato e a volte no. E' un obiettivo leggero e non è ingombrante ma di sicuro è costruito con tanta plastica, ma visto il costo ci può stare, in più, forse, è poco luminoso avendo un'apertura massima di f3,5-f5,6 ma se il prezzo del solo corpo macchina non è lontano dal poter acquistare il "pacchetto" completo....secondo me, ne vale la pena, ed infatti l'ho preso! Altra scelta che si può trovare molto frequente è il 18/105 (Nikon) o il 17/85 (Canon) in entrambi si allarga la possibilità d'impiego, potendo evitare il continuo cambio dell'obiettivo in caso di situazioni di ripresa molto diverse, infatti può essere la scelta giusta per chi si vuole muovere più libero, evitando di portare con se più obiettivi, (che al contrario sarebbe il mio sogno) o magari per evitare l'acquisto di un ulteriore obiettivo a breve scadenza. Anche qui l'apertura massima è f3,5-f5,6! 
Di solito, se vogliamo acquistare la nostra Reflex completa di obiettivo, senza eccedere sui costi, le proposte sono queste due. Ma se al contrario, non abbiamo grossi limiti di buget, possiamo acquistare il corpo macchina singolo  con a parte l'obiettivo più adatto alle nostre esigenze!  

Gli obiettivi fotografici sono il naturale complemento della fotocamera e costituiscono il mezzo attraverso cui le immagini giungono ad impressionare il sensore. Oltre alle lenti, gli obiettivi sono dotati di una serie di meccanismi di controllo come il diaframma e il sistema per la messa a fuoco. 
Ciò che distingue un obiettivo da un altro, è principalmente la sua lunghezza focale. Questo parametro infatti, espresso in millimetri, incide in modo determinante sull'aspetto dell'immagine: al crescere della lunghezza focale aumenta l'ingrandimento, diminuendo di conseguenza l'ampiezza del campo inquadrato.

Classificazione per utilizzo


IL NORMALE 
Il 50mm, detto comunemente "normale", riesce nelle Full Frame, a riprodurre la realtà in maniera molto simile all'occhio umano, questo però sia come ingrandimento che come apparente prospettiva di veduta. Il normale, come angolo di campo medio (circa 46°), rappresenta un punto di riferimento per le altre categorie di obiettivi.
Per quanto riguarda invece la maggior parte delle Reflex in commercio, dotate di un sensore in formato APS-c, che ha introdotto il famoso fattore di ingrandimento (Nikon1,5x o Canon1,6x) l'Obiettivo che restituisce una visione simile a quella dell’occhio umano, non è più il 50mm, ma il 35mm (diciamo che si può considerare normale, su formato APS-c, una qualsiasi focale compresa tra i 30mm e i 35mm). Tuttavia, al giorno d’oggi il 50mm resta un obiettivo molto interessante, non solo per chi ha una reflex digitale Full Frame, per la quale il cinquantino continua a svolgere egregiamente il ruolo di obiettivo normale, ma anche per chi ha una reflex di formato APS-c.

I GRANDANGOLARI 
Gli obiettivi con angolo di campo maggiore, ovvero lunghezza focale minore del normale, ad esempio il 28mm, abbraccia un campo più ampio rispetto ad un'ottica normale, equivalente a circa 75°. Gli obiettivi grandangolari sono utili per fotografare  paesaggi e soggetti molto grandi, posti a breve distanza dal fotografo, consentendo di includere nello stesso scatto uno spazio più ampio. 
Le ottiche di questo tipo,  sono contraddistinte da un'estesa profondità di campo, che come abbiamo già visto è quella zona precedente e successiva al punto su cui è regolata la messa fuoco entro la quale tutti i soggetti risultano nitidi. A parità di altre condizioni l'estensione della profondità di campo aumenta con la chiusura del diaframma e cresce col diminuire della focale. I grandangolari restituiscono una prospettiva accentuata e sono soggetti alle distorsioni a barilotto, dove le linee cadenti ai bordi curvano vistosamente. Questo effetto tipico dei grandangolari permette una esaltazione del soggetto in primo piano, realizzando così interessanti effetti 

I SUPERGRANDANGOLARI 
I cosiddetti supergrandangolari, sono degli obiettivi di lunghezza focale compresa tra 24 e 14mm (angolo di campo da 84° a 110°). Le ottiche di questo tipo  generalmente sono usate quando il campo inquadrato da un'ottica grandangolare non è sufficiente a riprendere tutti gli elementi desiderati. 
Uno degli effetti caratteristici dei grandangolari e dei supergrandangolari,  è quello di modificare  la prospettiva della scena.

I TELEOBIETTIVI 
Gli obiettivi tele, presentano una lunghezza focale superiore a quella delle ottiche normali e consentono quindi, a parità di distanza di ripresa, un maggiore ingrandimento del soggetto. I teleobiettivi più comuni sono quelli da 135, 200, 300mm di focale (rispettivamente da 18°, 12° e 8° di campo) e sono particolarmente indicati per le riprese di elementi distanti. 
Una delle caratteristiche principali del teleobiettivo, è l'apparente riduzione della distanza di soggetti posti su piani diversi (compresi nella stessa inquadratura) inversamente a quello che avviene con i grandangolari. 
In questo caso, gli elementi che si trovano a distanze differenti appaiono molto più vicini tra loro di quanto non siano in realtà e, con i tele più potenti, questo fenomeno è ancora più accentuato: i soggetti infatti, sembrano  come "schiacciati" l'uno contro l'altro e l'unico modo di conferire un minimo di profondità alla scena è quello di selezionare accuratamente il piano di messa a fuoco.

I SUPERTELEOBIETTIVI 
I "supertele", come vengono chiamati in gergo, sono obiettivi molto pesanti e molto costosi, la cui focale va da 400 a 2000mm (da 6° di campo a 1°): grazie al notevole ingrandimento vengono garantiti scatti con dettagli della scena da lunghe distanze.
I supertele sono particolarmente difficili da utilizzare. Col crescere della focale, infatti, aumenta la sensibilità alle vibrazioni del complesso fotocamera obiettivo e quindi il rischio di ottenere foto mosse.
Il fotografo deve quindi lavorare con tempi di otturazione molto veloci o in alternativa, qualora ciò non fosse possibile, impiegare un treppiedi.
L'ingrandimento possibile con le ottiche di lunga focale consente riprese in primo piano da notevole distanza, ad esempio nella caccia fotografica di animali particolarmente timorosi.
Gli obiettivi con questa lunghezza focale sono anche utilizzati nella fotografia paesaggistica, specialmente quando il fotografo intende isolare un dettaglio del panorama dal resto dell'immagine.

Domande dei lettori

Domande dei lettori

Ugo Cava.
E' possibile mettere tutto a fuoco? Per esempio in una stanza di 3 metri mettere a fuoco soggetto in primo piano, oggetto alle sue spalle e magari la finestra in fondo alla stanza? non so se sia una domanda scema, in tal caso chiedo scusa.

Lorenzo Mannino

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Ciao Ugo...non penso esistano domande "stupide", quindi ti dico che al contrario è una domanda "intelligentissima"...ti chiedo però che macchina fotografica usi e che obiettivo hai! I parametri possono cambiare...ti risponderò stasera dopo il lavoro sul Blog facendo magari un Post dedicato a te..gran bell'argomento!
grazie per la risposta! beh, io ho una nikon D5100 con un obiettivo 18-105, cioè non so nemmeno se sia possibile fare una cosa simile sebbene l'abbia vista in alcune foto diciamo..
grazie ancora per l'attenzione e ti auguro un buon lavoro , non chè un buon proseguimento di giornata! :D

Eccomi qua.... per quanto riguarda la tua difficoltà, devi fare riferimento all'argomento riguardante la Profondità di Campo (PdC). Avendo tu, un 18/105, non dovresti aver problemi a scattare la foto con il soggetto in primo piano a fuoco, un'oggetto alle sue spalle a fuoco e forse anche la finestra parecchio nitida. Lasciando l'obiettivo a 18mm, imposta il diaframma a f10-f13 e magari sfruttando un treppiede imposta i tempi di scatto sopra il secondo...in base alla luce della stanza (io ho scattato con luce artificiale ISO 800) aumenta i tempi di scatto o aumenta gli ISO! Ho fatto una prova prima di scriverti ed è riuscita...l'importante in fotografia è non stancarsi mai, ma scattare scattare e ancora scattare, prima o dopo riesce lo scatto voluto e quei parametri te li stampi in testa, ti serviranno in un'altra occasione magari simile, ma saprai già da dove cominciare a cercare i giusti parametri! Fammi sapere come è andata...a presto, spero di esserti stato d'aiuto!


martedì 26 febbraio 2013

Profondità di Campo



PROFONDITA' DI CAMPO


Clicca l'immagine per ingrandirla
In fotografia, la  profondità di campo  è la distanza davanti e dietro al soggetto messo a fuoco che appare nitida. Per ogni impostazione dell'obiettivo, ci sarà un'unica distanza a cui gli oggetti appaiono nitidi, la nitidezza diminuisce gradualmente in avanti (verso il fotografo) e dietro il soggetto messo a fuoco. Nella fotografia qui a fianco (scattata da me a Malcesine, Lago di Garda Vr) si può notare come la foto risulta leggermente sfocata davanti, nitida al centro e sfocata dietro.  Il "campo nitido" è quell'intervallo di distanze davanti e dietro al soggetto in cui la sfocatura è impercettibile o comunque tollerabile, la profondità di campo si dice essere maggiore se questo intervallo è ampio e minore se è ridotto. Per motivi legati all'angolo di incidenza dei raggi luminosi, il campo nitido è sempre più esteso dietro al soggetto a fuoco che davanti, più precisamente, la distanza perfettamente a fuoco si trova grosso modo a un terzo del campo nitido, verso il fotografo. Un punto al di fuori del campo nitido (sfocato) produce sul sensore un circolo di confusione, il cui diametro cresce man mano che ci si allontana dal campo nitido stesso. Ci sono molti fattori che incidono sulla profondità di campo in uno scatto. I più importanti sono la lunghezza focale, la distanza del soggetto e l'impostazione del diaframma della fotocamera. 

Lunghezza Focale
Si usa dire che obiettivi con lunghezza focale maggiore (come i teleobiettivi) hanno una profondità di campo minore e viceversa. In effetti, questa affermazione richiede una precisazione, perché il rapporto fra profondità di campo e focale, consegue più dall'uso tipico che si fa delle focali di diversa lunghezza (focali lunghe per riprendere oggetti distanti, corte per soggetti vicini) che non da proprietà fisiche delle lenti.      Un esempio per chiarire questo concetto apparentemente complicato.   Facciamo finta che stiamo usando una focale a 400 mm per riprendere un uccellino a 10 m di distanza. Con un'apertura di diaframma di f/2,8, la profondità di campo risulta essere di 10 cm. Se cambiamo  obiettivo passando a un 50 mm, la profondità di campo passerebbe a 7,62 m, "confermando" la menzionata affermazione sul rapporto fra profondità di campo e lunghezza focale. Tuttavia, se volessimo ricomporre l'immagine in modo che l'uccellino occupi lo stesso spazio di prima nel fotogramma, dovremmo avvicinarci al soggetto fino a una distanza di 1,25 m. A questo punto, la profondità di campo tornerebbe a essere  esattamente, o quasi, come prima, ovvero 10 cm.

Distanza dal Soggetto.
A parità di tutto il resto, la messa a fuoco di un soggetto lontano risulta in una maggiore profondità di campo rispetto a quella di un soggetto vicino. In particolare, per ogni impostazione della fotocamera esiste una distanza iperfocale e la profondità di campo è tanto maggiore quanto più il soggetto, allontanandosi, si avvicina a tale distanza. Quando il punto a fuoco coincide con l'iperfocale, si raggiunge la massima profondità di campo possibile, che si estende in lontananza fino all'infinito e, verso il fotografo, fino a metà dell'iperfocale. Se il punto di fuoco oltrepassa l'iperfocale, la profondità di campo diminuisce, poiché, pur continuando essa a estendersi in lontananza all'infinito, la distanza del più vicino oggetto a fuoco dalla macchina aumenta.

Otturatore e tempi di posa

OTTURATORE E TEMPI DI POSA


Il tempo di posa o tempo di esposizione è in fotografia, il tempo durante il quale l'otturatore della macchina fotografica rimane aperto per permettere alla luce di raggiungere il sensore. In combinazione col diaframma, il tempo di esposizione regola la giusta quantità di luce per ottenere una fotografia ben esposta.
Facendo un classico esempio con l'occhio umano, mentre la pupilla rappresenta il diaframma, la palpebra dà un'idea dell'otturatore.
Il tempo di esposizione si misura in secondi. I numeri che appaiono sul selettore dei tempi di una reflex, rappresentano frazioni di secondo.
A parità di esposizione, un tempo rapido richiede un diaframma più aperto mentre un tempo lento si abbinerà ad un diaframma più chiuso. Ai fini di una corretta esposizione (di questo ci informa l'esposimetro) dobbiamo scegliere una coppia tempo/diaframma pari a 1/125-f8 equivale esattamente alla scelta della coppia 1/250-f5.6 oppure 1/500-f4 o, ancora alla coppia 1/60-f11, in pratica, se il tempo si dimezza, il diaframma raddoppia e viceversa.
In ogni caso, la quantità di luce che andrà ad impressionare il sensore sarà sempre la stessa e la scelta di una "coppia" tempo/diaframma, dipenderà esclusivamente da noi o dalla fotografia che abbiamo in mente.


1. Obiettivo
2. Diaframma
3. Gruppo Ottico
4. Specchio
5. Penta Specchio o Penta Prisma
6. Autofocus
7. Sensore
8. Otturatore


Entrando dall'Obiettivo e dopo essere passata dal Diaframma, la luce raggiunge il Gruppo Ottico fino ad arrivare allo Specchio. Lo specchio è un dispositivo meccanico che si alza quando si preme completamente il pulsante di scatto e permette anche di avere una maggior protezione del sensore che non viene esposto direttamente finché non si scatta. La luce riflessa dallo specchio finisce nel Penta-specchio o Penta-prisma che permette la visione dell’immagine direttamente nel mirino ottico. Dopodiché, premendo completamente il pulsante di scatto, lo specchio si alza e l’Otturatore si apre per il tempo impostato nelle modalità di scatto, lasciando che la luce colpisca direttamente il Sensore che andrà a salvare l’immagine nella memory-card. Il tempo di esposizione si misura in secondi. I numeri che appaiono sul selettore dei tempi di una reflex, rappresentano frazioni del secondo; così 15 sta per 1/15 di secondo o 30 sta per 1/30 di secondo.


Lo standard adottato per i tempi di esposizione è il seguente:
1/8000 s
1/4000 s
1/2000 s
1/1000 s
1/500 s
1/250 s
1/125 s
1/60 s
1/30 s
1/15 s
1/8 s
1/4 s
1/2 s
1 s
B (bulb) — l'otturatore rimane aperto finché il fotografo tiene premuto il pulsante di scatto.
T — l'otturatore rimane aperto fintantoché l'operatore non ri-preme il pulsante di scatto.
La scala dei tempi è tale che il valore successivo è il doppio del precedente.
Cambiare il tempo di esposizione significa influire sul modo in cui il movimento del soggetto viene impressionato sul sensore. Questo è di grande rilevanza quando si vuole fotografare il movimento dell'acqua che scorre, una automobile in corsa o i movimenti di un bambino. Usare tempi rapidissimi come 1/8000s, può servire a congelare le pale in rotazione di un elicottero o rendere nitido un qualsiasi gesto rapidissimo come fosse un fermo immagine. Ma non sempre l'immagine nitida rappresenta una foto vincente, infatti in alcune circostanze, l'uso dei tempi lenti può esaltare il movimento del soggetto e rendere la nostra foto più realistica e viva!
Per scongiurare il pericolo di "mosso", bisogna usare tempi rapidi. Anche il movimento dello specchio delle reflex può influenzare il mosso. Quando la scelta del tempo lento è inevitabile a causa della scarsezza di luce, si può usare il cavalletto o il flash. Un sistema abbastanza semplice da memorizzare per ovviare a questo problema è quello che considera la lunghezza focale dell'obiettivo montato sulla macchina. Con una camera 35 mm e un obiettivo di 50 mm (il cosiddetto "normale"), il tempo da scegliere per evitare il mosso è quello più vicino alla focale dell'obiettivo (quindi 1/60 in questo caso); usando invece un teleobiettivo da 400 mm si dovrà per forza di cose scegliere il 1/500; con un grandangolare 24 mm si potrà usare il 1/30 con relativa sicurezza.

Diaframma


DIAFRAMMA



In fotografia ed in ottica, un diaframma è un'apertura solitamente circolare o poligonale, incorporata nel barilotto dell'obiettivo, che ha il compito di controllare la quantità di luce che raggiunge il sensore  nel tempo in cui l'otturatore resta aperto (tempo di esposizione di cui parleremo in seguito).
Il centro del diaframma coincide con l'asse ottico della lente.

Insieme al tempo di esposizione, l'apertura del diaframma determina la quantità di luce che viene fatta transitare attraverso l'obiettivo, che va quindi a impressionare i sensori. La maggior parte delle macchine fotografiche dispone di un diaframma di ampiezza regolabile, contenuto nell'obiettivo, la regolazione del diaframma si chiama apertura. A piena apertura il diaframma lascia passare, in un dato tempo, quanta più luce possibile verso il supporto sensibile, chiudendo il diaframma si riduce tale quantità di luce.
Nelle macchine fotografiche, il diaframma può essere regolato su diverse aperture, distribuite regolarmente su una scala di intervalli detti numeri "f".

Comprende i seguenti valori:f/1 f/1,4 f/2 f/2,8 f/4 f/5,6 f/8 f/11 f/16 f/22 f/32 f/45 f/64

L'intervallo tra i diversi valori del diaframma viene comunemente indicato in gergo stop.
I numeri f sono calcolati e ordinati in modo tale che diaframmando (cioè chiudendo il diaframma di un'intera divisione o di 1 stop) si dimezza la quantità di luce che entra a impressionare  il sensore; chiudendolo di 2 stop si diminuisce la luce a 1/4, chiudendolo di 3 divisioni a 1/8 e così via.
I numeri f esprimono il rapporto focale, cioè il rapporto tra la lunghezza focale dell'obiettivo e il diametro dell'apertura del diaframma. Pertanto da valori più bassi di f corrispondono aperture di diaframma più ampie. Diaframmi di piccole dimensioni richiedono però tempi di esposizione più lunghi e conseguentemente implicano un maggior rischio di mosso se il soggetto o la macchina fotografica si spostano durante l'esposizione.
Diaframmi più chiusi hanno anche l'effetto di ridurre gli effetti di aberrazione ottica.  Le aberrazioni possono dare (di solito più sulla periferia dell'immagine che al suo centro) scarsa nitidezza, deformazioni dell'immagine, differenze tra le immagini corrispondenti ai diversi colori, non uniformità della luminosità.
Diaframmi molto chiusi provocano un peggioramento dell'immagine, dovuto alla diffrazione dei raggi luminosi per opera dei bordi del diaframma.

Risoluzione dell'immagine


RISOLUZIONE DELL'IMMAGINE

Un'altra modifica che possiamo apportare sulla fotocamera è relativa alla dimensione immagine o risoluzione. Un’immagine digitale è formata da pixel, quadrati piccolissimi dove ciascuno "porta" con se una parte delle informazioni relative all’immagine acquisita.

A seconda del tipo di macchina fotografica digitale che adoperiamo, potremo scegliere la quantità del numero dei pixel con i quali vogliamo "costruire" la  dimensione della nostra immagine, in relazione alle possibilità offerte dal sensore.

Maggiore sarà il loro numero (pixel), e maggiore sarà la quantità di informazioni che potremo sfruttare per la sua stampa.

Normalmente sulle fotocamere sono presenti tre possibili scelte: SMALL, MEDIUM, LARGE. Per capire meglio come possono variare il numero dei pixel e quindi la qualità dell'immagine, vi scrivo quelli della D3100.

SMALL    2304x1536    3,5 M

MEDIUM  3456x2304    8,0 M

LARGE    4608x3072   14,2 M


Il numero di pixel di cui è composta l’immagine vincolerà le dimensioni di stampa dal momento che, a seconda del suo formato, andremo ad ingrandire sulla carta questi pixel di cui è composta. Poiché il numero dei pixel costituisce anche il "dettaglio" dell’immagine, si comprende il motivo per cui sia più conveniente impostare la macchina fotografica alla massima risoluzione disponibile per quel tipo di sensore.

Qualità dell'immagine


QUALITA' DELL'IMMAGINE

Su tutte le fotocamere digitali, le foto scattate vengono compresse prima di essere salvate nelle scheda di memoria, operazione più o meno veloce in base al modello della macchina e alla scheda SD utilizzata, (normalmente nelle schede SD vengono specificati i MB per secondo che ci vogliono per memorizzare il file) questa compressione avviene per poter sfruttare al massimo lo spazio a noi disponibile. I formati più comuni sono : (JPEG)Basic, (JPEG)Normal, (JPEG)Fine e RAW. 



(JPEG) Basic: come fa intuire la parola stessa è il formato più povero, quello che occuperà meno spazio sulla nostra scheda di memoria e che quindi ci garantirà minor dettagli sull'immagine.



(JPEG) Normal: è il formato che solitamente si trova pre-impostato all'avvio per la prima volta della nostra fotocamera, dettaglio medio buono dell'immagine in rapporto anche alla compressione.



(JPEG) Fine: ottimo risultato per quanto riguarda la qualità dell'immagine più spazio occupato nella scheda di memoria. 



RAW: innanzi tutto è un file non supportato dal pc come lo è Jpeg, quindi bisogna scaricare un programma adatto per convertire la foto, occupa tanto spazio nella scheda di memoria ma garantisce tutti i dettagli di scatto! Una foto scattata in qualità RAW occupa 5 volte lo spazio di una corrispondente immagine Jpeg in qualità FINE. 



Aggiungo che in alcuni modelli, come ad esempio la mia Nikon D3100, c'è la possibilità di un'ulteriore formato RAW + Jpeg, sostanzialmente vengono memorizzate due foto di un singolo scatto, una in RAW ed una in Jpeg FINE, che possiamo così, consultare velocemente!

Scattare una foto


SCATTARE UNA FOTO (Automatico)

Può sembrare banale, ma partiamo con l'accendere la fotocamera!
Il mio consiglio, prima di un'uscita controllare lo stato della batteria, per evitare di trovarci a secco sul più bello, altra cosa importantissima è ricordarsi di avere inserito nel corpo macchina la scheda di memoria, per salvare le nostre foto...sembrano cose stupide a dirsi ma penso che sia successo a tutti di lasciare almeno una volta la scheda SD attaccata al pc ed uscire di casa convinti che faremo delle foto fantastiche!
Partiamo con lo scatto automatico, possiamo usare il display LCD o il mirino ottico per impostare l'inquadratura, in entrambi possiamo notare dei valori che la macchina imposta automaticamente, tra i quali: tempi di posa e apertura o chiusura del diaframma.

Cominciamo piano piano a guardarli sempre più con attenzione, ci aiuterà successivamente nell'utilizzo della nostra Reflex in versione interamente manuale. Per quanto riguarda l'uso del display LCD, c'è da dire che sicuramente consuma tantissimo e che a parte essere comodo nelle foto con soggetti molto ravvicinati o per visionare il nostro scatto sarebbe meglio utilizzare il mirino ottico, quest'ultimo da una visione più veritiera di quello che sarà poi il risultato finale dell'inquadratura e sicuramente ci fa sentire più professionali. 
Quando abbiamo scelto ciò che abbiamo voglia di portarci a casa all'interno della nostra fotocamera, premiamo per metà il pulsante di scatto, per permettere la messa a fuoco, il bilanciamento del bianco e il calcolo dell'esposizione, normalmente il completamento di queste tre operazioni viene segnalato con un "bip", nel caso in cui servisse il flash, se impostato anche questo in automatico, la macchina lo aprirà da se, in modalità manuale dovrebbe avvisarci con una spia normalmente rossa o col simbolo classico del flash che è opportuno attivarlo. A questo punto siamo pronti ad effettuare lo scatto, premiamo fino a fondo il pulsante e la magia è avvenuta istantaneamente, perché la macchina aveva già impostato tutti i parametri della foto. L'immagine viene compressa e registrata sulla scheda di memoria, a questo punto possiamo guardare la foto sul display LCD per poi procedere con lo scatto successivo o semplicemente spegnendo la fotocamera.  

CORSO DI FOTOGRAFIA DIGITALE


CORSO DI FOTOGRAFIA DIGITALE

L'intento di questo corso è quello di imparare le tecniche e perché no, i trucchi, che vi potranno permettere di fare degli scatti creativi con la vostra fotocamera, potendo sfruttare appieno tutte le funzioni che pian piano andrete a selezionare in base alle varie circostanze. Vorrei sottolineare sin da adesso, che non è necessario essere dei fotografi professionisti per usare una fotocamera digitale, ma ovviamente una conoscenza del funzionamento, sapere cosa succede all'interno del corpo macchina, permetterà di capire sempre meglio quando poter usare la funzione Auto o quando invece possiamo fare di testa nostra con la funzione Manuale! Spero che in questo Corso di Fotografia Digitale potrete trovare tutti i passaggi necessari che vi possano aiutare nelle varie situazioni, il corso ovviamente può essere letto tutto per intero o in piccole parti essendo suddiviso per argomenti! Potrebbe esserci una lacuna in una particolare situazione di scatto, una fotografia che non riesce pur avendo provato svariate volte con varie soluzioni, ed è qui che il corso vuole essere d'aiuto e d'appoggio alle vostre creazioni!

Le fotocamere digitali di ultima generazione sono sicuramente semplici e intuitive da utilizzare se confrontate con una macchina fotografica tradizionale. Aiuti come il display LCD, che ci permette una visione istantanea dello scatto appena fatto, aiuti elettronici che correggono l'immagine un'attimo prima di memorizzarla, tutti possono utilizzarle avendo anche degli ottimi risultati sfruttando semplicemente le funzioni automatiche offerte che troviamo già impostate. 
Ovviamente, però, conoscere i movimenti della nostra Reflex, sapere cosa è successo all'interno del corpo macchina dopo aver visto il risultato della foto scattata, potrà offrirci la possibilità di scatti "senza aiuti" che aumentano senza dubbio la creatività della foto. 


ARGOMENTI DEL CORSO:

- Scattare una foto
- Qualità dell'immagine
- Risoluzione dell'immagine
- Diaframma
- Otturatore e tempi di posa
- Profondità di campo; lunghezza focale; distanza dall'oggetto


domenica 24 febbraio 2013

NIKON D7100

Nel mio primo post, vorrei presentare a chi non la conoscesse già, la D7100 new-entry in formato DX della NIKON.             Al primo sguardo si presenta piccola ed è anche molto leggera ma al suo interno il corpo macchina è ricco di opzioni con la scocca realizzata in lega di magnesio che la rende resistente a polvere e urti.

Clicca l'immagine per ingrandire
La Nikon D7100 è una fotocamera reflex equipaggiata con sensore CMOS da 24,1 megapixel, un processore di elaborazione delle immagini EXPEED 3 che offre operazioni ad alta velocità, riproduzione dei colori realistica e riduzione dei disturbi ottimizzata, sistema autofocus a 51 punti di cui 15 a croce, un display LCD da 8 cm, ISO 100-6.400 (estendibile fino a 25.600), registrazione video Full HD, possibilità di scattare fino a sei immagini al secondo, connettività WiFi, modalità per la composizione automatica di immagini HDR, D-lighting, ed infine 2 slot per le SD. Nikon definisce la sua nuova creazione come la nuova flagship per il DX, posizionandola al di sopra della vecchia D300s. Le dimensioni del corpo macchina sono le stesse, questo farebbe pensare che non vi sia un reale riposizionamento nel segmento più alto, ma semplicemente che la D300s non tenga ormai più il passo, infatti se già la D7000 era superiore in alcuni aspetti, la D7100 lo è quasi su tutto.

Il look risulta essere un pò modificato, riprende quello delle più recenti FX con un netto miglioramento dell’ergonomia ed una impugnatura con una forma più ampia e sicuramente più comoda. 
Oltre queste leggere ma importanti modifiche, quello che sicuramente ha avuto un vero "ritocchino" è la parte dedicata ai controlli, sicuramente più intuitivi e curati, così come i controlli per il Live View e la registrazione video, i 5 pulsanti a sinistra dello schermo LCD . Addentrandoci al suo interno, la nuova DX ci svela le sue carte vincenti.
Clicca l'immagine per ingrandire
Sensore da 24 megapixel che non presenta più il filtro low pass, un filtro costituito da un circuito elettronico che permette il solo passaggio di frequenze al di sotto di una data soglia detta frequenza di taglio e come per la D800E si punta ad offrire una migliore definizione. Sicuramente è stata presa una decisione particolarmente importante e cioè quella di non adottare una possibile variante ma di passare alla completa eliminazione del filtro. Nikon ha certamente ottimizzato al meglio il sensore e l’elaborazione dei dati perchè altrimenti, renderebbe la D7100 più indicata ad un pubblico esperto o professionista. 

Messa a fuoco Multi-Cam 3500DX con 51 punti AF di cui 15 a croce. Il pacchetto è quello della D300s implementato anche a livello software per garantire prestazioni maggiori ed una sensibilità fino a -2EV per il punto centrale. Già la rosa dei punti è molto estesa sul fotogramma DX ma Nikon ha introdotto una nuova modalità con crop 1.3x rispetto l’APS-C (2x rispetto l’FX).

La D7100 registra in Full HD, con audio stereo ed ingresso per microfono esterno. Si aggiunge rispetto la D7000 anche l’uscita per cuffia.

Il mirino, presenta un pentaprisma con 100% di copertura ed ingrandimento 0.94x a cui è stato aggiunto un display OLED per rendere più nitide le informazioni di scatto. Il display posteriore ha con un pannello RGBW 3,2″ da 1.228.800 punti. Tanti i miglioramenti rispetto la D7000, tantissimi gli accorgimenti prelevati dalle migliori Nikon. 

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CARATTERISTICHE TECNICHE


Sensore CMOS in formato DX da 24,1 megapixel senza filtro ottico passa-basso: per un'eccezionale nitidezza delle immagini anche nei più piccoli dettagli.


Processore di elaborazione delle immagini EXPEED 3: per operazioni ad alta velocità, riproduzione dei colori realistica e riduzione dei disturbi ottimizzata.


Sensibilità ISO di 100-6400, estendibile fino a 25600: per prestazioni eccezionali in condizioni di scarsa illuminazione. 


Sistema AF di livello professionale: per un autofocus rapido e accurato grazie a 51 punti AF, di cui 15 a croce. 


Riprese in sequenza a 6 fps: per l'acquisizione senza problemi di azioni estremamente rapide. 


Funzione di ritaglio 1,3x, con espansione delle possibilità del formato DX: effetto teleobiettivo ottimizzato, velocità superiore (fino a 7 fps) e copertura AF eccezionalmente ampia. 


Sensore di misurazione esposimetrica RGB a 2016 pixel con riconoscimento scena: misurazioni esposimetriche estremamente precise per esposizioni perfette; ottimizzazione di esposizione automatica (AE), autofocus (AF) e bilanciamento automatico del bianco (AWB) per la massima accuratezza. 


D-Movie Full HD: 1080p fino a 60i/50i e 30p/25p/24p, per una registrazione fluida dei filmati. 


Mirino ad alte prestazioni: con circa 100% di copertura dell'inquadratura e ingrandimento di 0,94x. 


Monitor LCD ad alta intensità: offre un angolo di campo grandangolare da 1229 k punti e 8 cm. 


Praticità di trasporto: funzionalità eccezionali contenute in un corpo macchina compatto, dal peso di soli 675 g. 


Corpo macchina resistente con coperchi in lega di magnesio: parti sigillate per resistere a polvere, cadute e intemperie. 


Due alloggiamenti per card di memoria SD: consente la registrazione di dati in eccedenza e copie di backup oppure la registrazione separata di file RAW e JPEG. 


Funzioni pratiche e accessibili: pulsante "i" ottimizzato e funzione di bilanciamento del bianco spot per operazioni rapide e accurate in Live View. 


D-Lighting attivo: consente di conservare la nitidezza dei dettagli nelle alte luci e nelle ombre per immagini perfettamente bilanciate. 


Funzione HDR (High Dynamic Range): combina due immagini acquisite con un singolo scatto per creare immagini dettagliate di scene ad alto contrasto. 


Modo Effetti speciali: consente di applicare gli effetti selezionati sia alle fotografie sia ai filmati in Live View. 


Connettività wireless: compatibile con un adattatore mobile WU-1a. 


Obiettivi NIKKOR: grazie agli ottimi obiettivi NIKKOR è possibile ottenere il massimo dai 24,1 megapixel e dalla modalità di ritaglio 1,3x della fotocamera per creare immagini eccezionali e usufruire di tutta la praticità degli obiettivi DX. 


Controllo a distanza: è possibile controllare le riprese effettuate in wireless con il ricetrasmettitore wireless WR-R10 e il trasmettitore wireless WR-T10 oppure migliorare l'usabilità controllando le impostazioni della fotocamera con il dispositivo WR-1. 



Insomma, cosa possiamo aggiungere....
guardando le caratteristiche e l'estetica della nuova Nikon D7100 possiamo semplicemente dire, a mio parere, che non è il solito restyling, ma che è una macchina che segna sicuramente un passo in avanti veramente importante! 
Unica pecca?
Il costo....giusto per il mercato, sbagliato per le mie tasche!





Grazie per l'attenzione e.....al prossimo Post
















venerdì 22 febbraio 2013

BENVENUTI....Oltre alle mie foto, trovate anche un corso di Fotografia Digitale attualmente in fase di allestimento. Se avete delle richieste o che semplicemente si parli di un'argomento (inerente alla fotografia) non esitate a scrivermi! L'obiettivo del Blog è questo....