martedì 26 febbraio 2013

Profondità di Campo



PROFONDITA' DI CAMPO


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In fotografia, la  profondità di campo  è la distanza davanti e dietro al soggetto messo a fuoco che appare nitida. Per ogni impostazione dell'obiettivo, ci sarà un'unica distanza a cui gli oggetti appaiono nitidi, la nitidezza diminuisce gradualmente in avanti (verso il fotografo) e dietro il soggetto messo a fuoco. Nella fotografia qui a fianco (scattata da me a Malcesine, Lago di Garda Vr) si può notare come la foto risulta leggermente sfocata davanti, nitida al centro e sfocata dietro.  Il "campo nitido" è quell'intervallo di distanze davanti e dietro al soggetto in cui la sfocatura è impercettibile o comunque tollerabile, la profondità di campo si dice essere maggiore se questo intervallo è ampio e minore se è ridotto. Per motivi legati all'angolo di incidenza dei raggi luminosi, il campo nitido è sempre più esteso dietro al soggetto a fuoco che davanti, più precisamente, la distanza perfettamente a fuoco si trova grosso modo a un terzo del campo nitido, verso il fotografo. Un punto al di fuori del campo nitido (sfocato) produce sul sensore un circolo di confusione, il cui diametro cresce man mano che ci si allontana dal campo nitido stesso. Ci sono molti fattori che incidono sulla profondità di campo in uno scatto. I più importanti sono la lunghezza focale, la distanza del soggetto e l'impostazione del diaframma della fotocamera. 

Lunghezza Focale
Si usa dire che obiettivi con lunghezza focale maggiore (come i teleobiettivi) hanno una profondità di campo minore e viceversa. In effetti, questa affermazione richiede una precisazione, perché il rapporto fra profondità di campo e focale, consegue più dall'uso tipico che si fa delle focali di diversa lunghezza (focali lunghe per riprendere oggetti distanti, corte per soggetti vicini) che non da proprietà fisiche delle lenti.      Un esempio per chiarire questo concetto apparentemente complicato.   Facciamo finta che stiamo usando una focale a 400 mm per riprendere un uccellino a 10 m di distanza. Con un'apertura di diaframma di f/2,8, la profondità di campo risulta essere di 10 cm. Se cambiamo  obiettivo passando a un 50 mm, la profondità di campo passerebbe a 7,62 m, "confermando" la menzionata affermazione sul rapporto fra profondità di campo e lunghezza focale. Tuttavia, se volessimo ricomporre l'immagine in modo che l'uccellino occupi lo stesso spazio di prima nel fotogramma, dovremmo avvicinarci al soggetto fino a una distanza di 1,25 m. A questo punto, la profondità di campo tornerebbe a essere  esattamente, o quasi, come prima, ovvero 10 cm.

Distanza dal Soggetto.
A parità di tutto il resto, la messa a fuoco di un soggetto lontano risulta in una maggiore profondità di campo rispetto a quella di un soggetto vicino. In particolare, per ogni impostazione della fotocamera esiste una distanza iperfocale e la profondità di campo è tanto maggiore quanto più il soggetto, allontanandosi, si avvicina a tale distanza. Quando il punto a fuoco coincide con l'iperfocale, si raggiunge la massima profondità di campo possibile, che si estende in lontananza fino all'infinito e, verso il fotografo, fino a metà dell'iperfocale. Se il punto di fuoco oltrepassa l'iperfocale, la profondità di campo diminuisce, poiché, pur continuando essa a estendersi in lontananza all'infinito, la distanza del più vicino oggetto a fuoco dalla macchina aumenta.